Ecocolordoppler Venoso Arti Inferiori

Che cos’è l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori?

L’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori è un esame di tipo diagnostico che permette, attraverso emissioni di ultrasuoni non dannosi per l’organismo e con l’implemento di valori visivi (color) e acustici (doppler), lo studio della circolazione venosa delle gambe, allo scopo di verificare il flusso sanguigno e la condizione interna dei vasi.

In che cosa consiste l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori?

L’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori è un esame non invasivo che non provoca e dura circa 20 minuti.

Il paziente viene fatto stendere supino (a pancia in su) sul lettino ecografico e sulla zona da esaminare, verrà steso un gel trasparente che favorisce la trasmissione degli ultrasuoni in profondità.

Sono previste norme di preparazione?

Per eseguire l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori non è necessaria alcuna preparazione: al paziente verrà soltanto richiesto di liberare la parte interessata da indumenti o preziosi.

Chi può eseguire l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori?

L’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori è un esame privo di rischi perché sfrutta onde ad ultrasuoni, innocue per l’organismo e proprio per questo motivo, chiunque può sottoporsi all’esame.

Per tutte le ecografie erogate in regime privato non è quindi obbligatorio essere in possesso della prescrizione medica o dello specialista (è comunque consigliato).

Per le ecografie erogate in regime di convenzione con il S.S.N, l’assenza dell’impegnativa preclude l’esecuzione della prestazione.

Perché si fa l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori?

L’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori è di supporto nella diagnosi di:

• Trombosi o occlusione dei vasi sanguigni venosi degli arti inferiori;
• Flebiti o tromboflebiti;
• Insufficienza venosa.

A chi mostrare l‘ecocolordoppler venoso degli arti inferiori?

Il paziente che esegue l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori, può far visionare le immagini e il referto al proprio Medico di Medicina Generale o al medico specialista che ha prescritto l’esame.